Chi siamo

A.I.G.A.Co.S.

Associazione italiana per la gestione agronomica e conservativa del suolo

L’associazione Italiana senza scopo di lucro denominata A.I.G.A.Co.S, “ASSOCIAZIONE ITALIANA PER LA GESTIONE AGRONOMICA E CONSERVATIVA DEL SUOLO”, è stata costituita nel Gennaio 1998 ad Osimo (AN). L’ A.I.G.A.Co.S. è membro della “Federazione Europea di Agricoltura Conservativa” (ECAF). L’ A.I.G.A.Co.S. è aperta a tutti gli operatori del settore che abbiano come scopo la promozione di ricerche, sperimentazioni, incontri scientifici, tecnici e divulgativi per la conoscenza e diffusione di tecniche di gestione del suolo secondo la finalità di un’agricoltura sostenibile. L’associazione intende, inoltre, promuovere i rapporti e la collaborazione con gli analoghi organismi europei ed extra-europei, favorendo la trasmissione dell’informazione e la divulgazione delle conoscenze con tutti i mezzi possibili, in particolare con incontri tra ricercatori e operatori agricoli, anche attraverso visite guidate in altri Paesi.
Una priorità dell’associazione è quella di creare un punto di aggregazione fra i diversi attori del panorama agricolo italiano e facilitare il flusso di informazioni, divulgando in maniera innovativa i risultati della ricerca scientifica e recependo in tempo reale le nuove problematiche di coloro che operano sul campo. In particolare si occuperà di tutti gli aspetti della gestione della risorsa suolo promuovendo il trasferimento delle tecniche che ne favoriscono la conservazione.

Obiettivi

L’agricoltura convenzionale, caratterizzata dall’incendio e/o dalla rimozione dei residui colturali e da pratiche colturali intensive, è ancora diffusamente praticata in Italia e procura considerevoli effetti negativi sull’erosione e la degradazione del suolo, sulla fertilità, sulla contaminazione delle acque causata da sedimenti di varia natura (fertilizzanti e pesticidi), sulla qualità dell’aria, sulla biodiversità e sul paesaggio naturale. Le pratiche agronomiche conservative favoriscono la protezione del suolo dagli eventi piovosi di notevole intensità; riducono la compattazione, contribuendo efficacemente alla riduzione dei processi di contaminazione delle falde ed aumentando la capacità di trattenere l’acqua nel suolo. L’agricoltura conservativa propone l’adozione di alcune pratiche agronomiche tra cui la gestione dei residui colturali per garantire l’uniforme copertura del suolo, la semina diretta, le lavorazioni minime e ridotte, la gestione integrata della concimazione e del diserbo. Oggi in Italia come in altri Paesi del mondo lo sviluppo sostenibile è un obiettivo raggiungibile grazie all’introduzione dell’agricoltura conservativa quale nuovo sistema di produzione che protegge l’ambiente e salvaguarda il reddito degli operatori agricoli. L’agricoltura conservativa è stata introdotta in un sistema di sostegno al reddito attraverso l’applicazione di programmi regionali, nazionali ed europei. L’A.I.G.A.Co.S propone ed esegue l’attività coordinativa, come ricerca pubblica (Università, Ministero e Consiglio Nazionale della Ricerca) e privata producendo ed aggiornando carte tecniche di valutazione. Gli istituti promulgano leggi, progetti, finanziano e controllano gli impatti sull’economia locale e sull’ambiente.

“Agricoltura BLU”

(l’agricoltura che attraverso una gestione corretta della terra salvaguarda acqua e aria)
Il termine “agricoltura conservativa” (conservation tillage) da noi “Agricoltura BLU” nasce negli stati uniti negli anni 30. Qui per effetto della prima grande meccanizzazione della agricoltura ,moltissime aree prima destinate a pascolo ,vennero riconvertite a coltivazioni estensive. Questo provoco nelle grandi pianure del mid-west degli importantissimi fenomeni erosivi provocati dal vento, capaci di provocare tempeste di polvere talmente imponenti dal generare delle vere e proprie situazioni dei emergenza in città come Chicago.

Questo spinse il governo federale americano a varare una serie di leggi ambientali che arrivarono fino a proibire la pratica della aratura, in determinate zone maggiormente sensibili a questo problema.
Per questo motivo si cominciarono a sviluppare le tecnologie capaci di permettere la coltivazione senza l’ausilio dell’aratro.
Oggi l’Agricoltura BLU è utilizzata moltissimo in tutto il mondo. Paesi pionieri dell’agricoltura conservativa sono l’Australia, il Canada, il Brasile e l’Argentina. Va precisato che in questi due ultimi paesi l’Agricoltura non è sostenuta economicamente dal governo e la semina diretta è aumentata da pochi migliaia di ettari del 1992 a 35 milioni di ettari al 2004. In Europa la Spagna è il paese dove queste tecniche sono più utilizzate. Il governo Spagnolo ha varato dei regolamenti specifici per  incentivare l’uso di questo modo di fare agricoltura virtuoso.
L’agricoltura BLU consiste in una serie di pratiche agronomiche che permettono una migliore gestione del suolo, limitando gli effetti negativi sulla sua composizione, sulla struttura, sul contenuto di sostanza organica e sull’entità del processo dì erosione e conseguente degradazione. Alcune tecniche che caratterizzano l’agricoltura conservativa sono: la semina diretta su terreno non lavorato o lavorato al minimo, senza bruciatura o interramento dei residui colturali e l’instaurazione di una copertura vegetale costituita da specie erbacee annuali in successione o da specie arboree pluriennali e da specie forestali. Questo tipo di agricoltura, in misura diversa comprende tecniche agronomiche che proteggono il suolo dall’azione erosiva e di trasporto di sedimenti terrosi costituiti da particelle ricche di elementi nutritivi, nonché di prodotti diserbanti e di pesticidi che inquinano le riserve idriche naturali o artificiali. Inoltre l’azione protettiva si esplica anche nel limitare le emissioni di CO2 dal terreno e nel favorire la biodiversità.

Aspetti economici

Nell’agricoltura convenzionale le lavorazioni del terreno richiedono input molto elevati, come investimenti in macchine agricole e loro manutenzione, combustibile e manodopera, di contro l’agricoltura conservativa, ed in particolare la semina diretta su terreno non lavorato richiede bassi input. Per esempio un oliveto non lavorato richiede circa 60-80 litri di combustibile e 3-5 ore di lavoro per ettaro e per anno in confronto ad un oliveto lavorato convenzionalmente.

Generalmente, l’agricoltura conservativa riduce il consumo di energia per le operazioni aziendali e aumenta l’energia produttiva che per ogni input energetico passa dal 15 al 50% ed in alcuni casi dal 25 al 100% rispettivamente. La semina diretta richiede una sola operazione ed un unico e leggero passaggio di macchina per la semina, contro le due o più lavorazioni praticate prima della semina nell’agricoltura convenzionale. Ciò porta ad una sensibile riduzione dei costi pari a 97 EUR per ettaro per anno . Ciò è pari a circa 19.400 EUR per un’azienda di 200 ettari. La semina diretta consente anche un risparmio annuale di carburante pari a 31, 5 litri per ettaro in confronto alla lavorazione convenzionale. Questa diminuzione dei costi dell’agricoltura conservativa normalmente compensa i difetti propri delle tecniche conservative (per esempio l’applicazione specifica di erbicidi, l’acquisto della seminatrice per la semina diretta sul sodo). L’annuale riduzione dei costi della semina diretta a confronto con quella convenzionale è di circa 40-60 EUR per ettaro nel Sud-Europa ; tuttavia, in alcune zone gli agricoltori che adottano tecniche conservative sono fortemente motivati dalla riduzione dei costi di produzione. Questo è chiaramente il caso di regioni geografiche, dove la coltivazione non è molto soggetta al processo di erosione e nei Paesi in cui l’agricoltura non è sostenuta dal Governo, come l’Argentina ed il Brasile. In molte altre situazioni il diretto beneficio derivante dalla pratica di sistemi conservativi è sostenuto oltre che dalla riduzione dei costi di produzione, anche da un concetto etico di salvaguardia dell’ambiente e delle risorse naturali per le generazioni future.

Aspetti ambientali

Qualità del suolo

La qualità del suolo è strettamente correlata al contenuto in sostanza organica, che è una variabile dinamica in quanto risponde efficacemente ai cambiamenti nella gestione del suolo. A parte le aree caratterizzate da un elevato contenuto in sostanza organica, per eccedenza di letame, la quantità di sostanza organica di molti terreni agrari coltivati in Europa sta diminuendo significativamente a causa dell’agricoltura intensiva moderna . Per esempio, il Soli Survey and Land Research Center dell’ Inghilterra ha messo in evidenza una riduzione (>4%) del contenuto in sostanza organica dei terreni nei quali veniva praticata l’agricoltura

convenzionale e una concomitante diminuzione del contenuto di carbonio C al di sotto deI 4%.

Risultati simili sono stati ottenuti da altri gruppi di ricerca, generalmente, in circa 20 anni di lavorazione intensiva; tali risultati evidenziano crescenti perdite di carbonio organico in diversi tipi di terreni agricoli con punte massime di circa il 50%.

Una riduzione del contenuto in sostanza organica del suolo ha effetto sfavorevole sulla struttura e sulla stabilità degli aggregati, nonché sulle proprietà fisiche del terreno, oltre che sulla capacità di ritenzione idrica, sulle attività biologiche e sulla capacità di scambio di elementi nutritivi. Ciò, nel medio e lungo termine potrebbe causare nel suolo una elevata sensibilità e vulnerabilità ai fattori che determinano il processo di erosione: acqua e vento; nonché alla compattazione, all’acidificazione, alla salinizzazione ed alla degradazione più avanzata che porta alla desertificazione. Di contro, la ricerca scientifica ha dimostrato che il contenuto in sostanza organica del terreno può aumentare significativamente praticando un’agricoltura conservativa che tiene conto delle esigenze nutritive dei terreni agricoli nel rispetto delle leggi ambientali. Il contenuto idrico del terreno è spesso un’importante fattore limitante della produttività agricola, particolarmente quando l’ambiente è arido ed il terreno e secco. Molti autori hanno riportato che le tecniche agronomiche conservative (semina su sodo) incrementano il contenuto idrico del suolo lungo il profilo, rispetto a quelle convenzionali (aratura profonda 40-50 cm.), in particolare negli anni caratterizzati da forte siccità . L’uso di lasciare sulla superficie del terreno i residui colturali, riduce l’evaporazione dell’acqua, mentre la lavorazione, in generale la favorisce la salinizzazione ed alla degradazione più avanzata che porta alla desertificazione.

Riduzione delle emissioni di CO2

Emissioni di CO2
La temperatura media annuale dell’Europa è aumentata tra 0.3 e 0.6C dal 1990 e modelli climatici prevedono futuri incrementi. Le elevate emissioni di CO2 nell’atmosfera, dovute all’uso di combustibili fossili è la causa principale del riscaldamento globale della terra. Generalmente, il problema critico è la stabilizzazione della concentrazione della CO2 nell’atmosfera.

Il settore agricolo, a livello mondiale, produce solo un quinto della quantità dei gas che contribuiscono all’effetto serra. L’uomo produce circa il 50-70-% del metano e di ossido di azoto ed il 8% di emissioni di CO2. La deforestazione, la bruciatura delle stoppie odi altri residui vegetali concorrono per il 14%. L’agricoltura convenzionale è uno dei principali fattori del cambio del clima. L’aratura del terreno è la principale causa di emissione della CO2 . E’ stato dimostrato scientificamente che la lavorazione profonda del terreno è stata una significativa componente dell’aumento della CO2 nell’atmosfera in questi ultimi decenni , nelle zone agricole. Storicamente, la lavorazione intensiva dei terreni agricoli ha portato a sostanziali perdite di carbonio organico dal 30 al 50%. Queste perdite di CO2 sono dovute alle fratture del suolo determinate dalle lavorazioni di aratura che facilitano il movimento e l’interscambio della CO2 fuori dal suolo e dell’ossigeno dentro al suolo. L’agricoltura convenzionale con l’aratura profonda per operare l’interramento dei residui colturali, determina nel terreno le condizioni ottimali per l’emissione della CO2 inoltre essa rappresenta un importante fattore che influenza per circa il 20% l’effetto serra, unitamente alle le altre attività agricole. Tutto ciò contribuisce al riscaldamento globale del nostro pianeta. Per converso con un’agricoltura conservativa e soprattutto con la semina diretta, il contenuto di C nel suolo aumenta annualmente a dosi di 1 tonnellata per ettaro o di più. Nei 17 milioni di ettari sottoposti ad agricoltura conservativa, il Conservation Reserve Programme prevede che il terreno ad alto rischio di erosione deve essere utilizzato esclusivamente a pascolo; in questo modo l’emissione di CO2 nell’atmosfera viene contenuto per circa il 45%. Di conseguenza su basi scientifiche molto solide sono emerse insistenti opinioni a favore di una maggiore diffusione dell’agricoltura conservativa per prevenire e limitare le perdite di CO2 nell’atmosfera dal terreno e contemporaneamente aumentare il contenuto di C ; pertanto meno si lavora il terreno e più carbonio viene immagazzinato nel suolo, contribuendo, così, all’aumento della sostanza organica che nel lungo periodo aumenta la fertilità agronomica e riduce le emissioni di CO2 nell’atmosfera. I terreni con elevato contenuto in sostanza organica conservano la produttività e riducono l’inquinamento dell’acqua, per limitato sedimento e per maggiore capacità di infiltrazione.

Valutazioni effettuate suggeriscono che il 100% della riconversione agricola verso sistemi conservativi limiterebbe le emissioni di CO2 nell’atmosfera con conseguente effetto mitigatore delle emissioni di CO2 proveniente dalla combustione dei fossili, pari al 4,1% del totale quantitativo prodotto dall’uomo in Europa ed all’0,8% del totale annuo di CO2 causata dall’uomo nel mondo .

Effetti sulla qualità dell’acqua

Sedimenti terrosi. Questi sono i più importanti contaminanti dell’acqua superficiale che inquinano gli ambienti acquatici. Le difficoltà di penetrazione della luce nell’acqua, ricca di particelle terrose, impedisce il regolare svolgimento del processo fotosintetico delle piante acquatiche e determina un sostanziale cambiamento dellambiente naturale dei pesci e degli altri organismi viventi. Gli altri contaminanti degli ecosistemi acquatici sono in ordine decrescente i seguenti: fertilizzanti chimici, erbicidi, pesticidi, patogeni, materia organica, metalli pesanti ecc.

I sedimenti terrosi causati dal processo di erosione idrica e trasportati dal deflusso superficiale, presentano le stesse caratteristiche dei suoli erosi. I danni che questi sedimenti possono procurare durante il ruscellamento dellacqua a valle o lungo le pendici sono rilevanti. Questi includono i danni alle infrastrutture, alle strade, ai basamenti in cemento, alle reti di drenaggio e di irrigazione, ai fiumi, alle dighe, laghi, nonché ai fabbricati ed alle coltivazioni erbacee, arboree e forestali, con conseguenti formazioni franose ed estesi movimenti di massa che rendono vulnerabili le sottostanti zone agricole con gravi danni economici. Si valuta che il 40% delle coste venga danneggiato dal processo dì erosione . Pertanto estendendo l’impiego delle tecniche conservative, tutta la società ne trarrebbe grande beneficio dalla riduzione dei costi della produzione agricola, che si calcolano in 32 EUR per ettaro; inoltre, se si sommano a questi i costi delle infrastrutture si raggiungono valori annuali molto elevati e che in USA sono di 85, 5 EUR per ettaro per anno .

I sistemi di agricoltura conservativa riducono significativamente l’erosione del suolo con valori che oscillano tra il 90% della semina diretta al 60% della lavorazione ridotta in confronto alla lavorazione convenzionale; inoltre migliorano la qualità delle acque superficiali per riduzione dei sedimenti terrosi sciolti in essi.

Uso di agrochimici

I fertilizzanti, i pesticidi ed i diserbanti che vengono impiegati nelle zone ad agricoltura intensiva possono contribuire all’ inquinamento delle acque superficiali aumentando la concentrazione oltre i limiti consentiti dalle leggi sanitarie. E’ ovvio che un’elevata concentrazione di nitrati e di pesticidi può essere dannosa per i pesci, per le piante acquatiche e per tutti gli altri organismi che vivono nell’acqua. L’azoto sotto forma ammoniacale può essere tossico per i pesci, mentre i nitrati ed i fosfati possono favorire lo sviluppo di piante acquatiche e di alghe, accelerando il processo di eutrofizzazione dei laghi, fiumi e mari. I residui colturali lasciati sulla superficie del terreno, che caratterizzano l’agricoltura conservativa, possono svolgere un’azione di intercettazione dei nutrienti e dei pesticidi e renderli nel tempo meno attivi e quindi non dannosi. Inoltre riduce l’azione meccanica della pioggia battente sulla struttura del suolo. Con tali tecniche, inoltre si riduce il deflusso superficiale delle acque. Per esempio con la lavorazione ridotta o con la non lavorazione si riduce il passaggio del diserbante nelle acque di drenaggio, così pure i nitrati (>85%) ed i fosfati solubili (>65%). Da un confronto tra i sistemi conservativi e quelli convenzionali è risultato che il deflusso superficiale si riduce del 69% nella semina diretta, la concentrazione degli erbicidi diminuisce del 70% e la quantità di sedimento terroso del 93% rispetto alla lavorazione convenzionale, con conseguente miglioramento della qualità delle acque.

Nell’agricoltura conservativa sono richiesti limitati quantitativi di fertilizzanti che vengono distribuiti lungo i solchi al momento della semina o iniettati direttamente nel terreno; ciò minimizza il rischio di dispersione del prodotto per effetto della pioggia o del vento. Il controllo delle erbe infestanti non richiede una elevata quantità di erbicida nell’agricoltura conservativa. rispetto a quella convenzionale, anche perché le infestanti non trovano le migliori condizioni di sviluppo e quindi sono facilmente controllate da trattamenti di post­emergenza. Altri metodi di gestione sono la semina a file o una copertura vegetale che esercita un buon controllo delle infestanti.

Incremento della Biodiversità

Aumento della fauna. L’agricoltura convenzionale tiene il suolo nudo per un lungo periodo di tempo; questo ambiente non è favorevole alle esigenze di molte specie di uccelli che non trovano rifugio e possibilità di nidificare. Viceversa i sistemi di gestione agricola che prevedono il rilascio di residui colturali, creano alimento e rifugio per molti animali durante il periodo critico della loro vita. Da ciò si deduce che con l’agricoltura conservativa prosperano un gran numero di uccelli, mammiferi, rettili, lombrichi ed altri. Per esempio è stato dimostrato in numerose ricerche che nelle zone agricole non lavorate si trova una maggiore diversità di specie animali soprattutto durante la stagione degli accoppiamenti che trovano rispondente alle loro esigenze questi ambienti agricoli gestiti in modo più conservativo e naturale.

Fauna del suolo. Comprende un gran numero di specie dì organismi, da quelli microscopici come i batteri (pari a 3 miliardi per grammo di terreno) ai lombrichi lunghi 20 cm ed in numero pari a 9.5 milioni per ettaro. La maggior parte delle specie che costituiscono la fauna del terreno sono favorevoli alla fertilità del terreno, in quanto contribuiscono, in misura diversa, alla formazione del suolo, alla mobilitazione dei nutrienti, al controllo biologico degli organismi nocivi. In definitiva l’agricoltura conservativa permette lo sviluppo di una più stratificata struttura del suolo, che sostiene una migliore quantità e diversità di organismi nel terreno come i microrganismi, i nematodi, i batteri, i lombrichi, i microartropodi ecc.

 

Aspetti Politici

 

Visto quanto sopra descritto vediamo ora le ricadute politiche che questo sistema può avere in Europa e nel nostro paese.

 

In questi ultimi anni il tema ambientale a preso per la nostra società ,giustamente ,un’importanza capitale (Protocollo di Kyoto). Tanto che quasi tutta la legislazione e regolamentazione europea in tema di agricoltura e non lo ha assunto come punto centrale. Per questo la Mid-Term Review di agenda 2000 con concetti come la multifunzionalità a dato una forte spinta nella direzione di una agricoltura più virtuosa.

La multifunzionalità che in parole povere non è altro che il vedere l’agricoltura non più solo come un elemento meramente produttivo ma anche e soprattutto di prestatore di servizi alla comunità, assume un’enorme importanza perché permetterà di valorizzare azioni e attività che l’agricoltura svolge già e potrà svolgere in futuro per la collettività.

Questo permetterà di anche di attingere per i finanziamenti a capitoli di spesa diversi, legati per esempio all’ecologia, al di fuori del contrasto delle regole delle scatole colorate dettate dal WTO.

Una delle difficoltà per procedere in questa direzione è l’individuazione di un sistema di regole che una volta definite identifichino e certifichi come virtuoso il comportamento seguito dall’agricoltore.

Questo sistema di regole può essere individuato nei principi della agricoltura BLU che risintetizzo di seguito.

 

L’agricoltura BLU regola le pratiche agricole comuni con: riduzione o limitazione delle operazioni di lavorazione del terreno, usando erpicature conservative o non-aratura, l’interramento superficiale dei residui colturali con l’utilizzo degli stessi come copertura del suolo, una migliore gestione dell’avvicendamento colturale e una più appropriata gestione dei fertilizzanti.

Migliora l’efficienza  della produzione agricola nei seguenti modi: riduce il tempo di lavoro nella preparazione del terreno, incrementa la flessibilità nelle operazioni agricole, specialmente nel periodo di coltivazione, migliora la struttura del suolo, migliora la capacità di conservazione delle sostanze nutritive presenti nel terreno, riduce i deflussi delle acque superficiali e di conseguenza riduce l’erosione, incrementa la capacità di conservazione dell’umidità del terreno, riduce il consumo di combustibile ed in fine, aumenta il reddito netto.

Infine cosa che lega fortemente la multifunzionalità  all’agricoltura conservativa è che queste tecniche hanno importanti effetti sull’ambiente come: aumento della biodiversità sopra e sotto la superficie del suolo anche a livello della microflora e della microfauna, riduzione delle  emissioni di CO2 nell’atmosfera attraverso il ridotto o il non interramento di residui colturali, isolamento del carbonio negli strati sottosuperficiali del suolo, diminuzione dell’applicazione di erbicidi e pesticidi e uso di formulazioni più ecocompatibili, miglioramento della qualità della falda freatica e superficiale, diminuzione dell’erosione,  riduzione dei danni esterni all’attività agricola attraverso il rischio d’inondazione, riduzione dei costi di trattamento dell’acqua e infine riduzione delle emissioni nell’ambiente da parte delle macchine operatrici dato il ridotto numero di passaggi.

Per tutti questi motivi abbiamo deciso di chiamare questa agricoltura BLU , infatti la sua adozione permette di salvaguardare l’acqua e l’aria.

Proprio a proposito di questi ultimi aspetti vale la pena aggiungere che dal 1800 ad oggi la concentrazione di CO2 nell’atmosfera è aumentata del 30%, questo, secondo alcuni studiosi, sta portando ad un aumento della temperatura media dell’aria con effetti che sono facili da immaginare. L’aumento della Co2 nell’atmosfera è dovuto a molti fattori, che oggi, per ragioni socio economiche e politiche, non è facile limitare.

Agricoltura in genere funge già controllore di questo problema, infatti, le piante per effetto della fotosintesi consumano CO2 e  restituiscono O2 all’aria però questo è vero fino che la pianta è viva. Infatti, questo sistema, ha una bassa efficienza, perché, quanto la pianta viene  tagliata o raccolta una  parte rilevante della CO2 immagazzinata, è restituita all’ambiente, per effetto di fenomeni fermentativi dei residui colturali, che vengono incorporati nel terreno, attraverso pratiche agronomiche come l’aratura. L’efficienza di questo sistema  può essere notevolmente migliorato attraverso l’uso di tecniche sopra descritte di “Agricoltura BLU”.

 

Negli sviluppi prossimi anni dell’agricoltura europea l’applicazione di questa serie di tecniche che ottimizzano e non sconvolgono l’attività di un’azienda agricola potrà essere facilmente monitorata in modo da permettere l’individuazione degli agricoltori che si comportano in maniera virtuosa.

Questo permetterà così di indirizzare meglio le risorse, visto anche che non saranno più disponibili per tutti, a quegli agricoltori che coltiveranno la terra in maniera virtuosa massimizzando come output non solo la produzione ma anche amplificando le ricadute nei confronti della collettività attraverso effetti ambientali positivi che l’agricoltura già da’.

 

 

Schema Sintetico

Vantaggi-Svantaggi

 

 

L’Agricoltura Blu attraverso una corretta gestione del suolo  salvaguarda acqua e aria

 

 

 

Vantaggi economici e gestionali

  • Riduzione del tempo di lavoro nella preparazione del terreno
  • Incremento della flessibilità nelle operazioni agricole, specialmente nel periodo di coltivazione
  • Miglioramento della struttura del suolo
  • Miglioramento della capacità di conservazione delle sostanze nutritive
  • Riduzione dei deflussi superficiali e dell’erosione
  • Incremento dell’infiltrazione e della capacità di conservazione dell’umidità del terreno
  • Aumento del reddito netto
  • Riduzione del consumo di combustibile

 

Vantaggi tecnici e operativi

  • Riduzione o limitazione delle operazioni di lavorazione del terreno, usando aratura conservativa o non-aratura
  • Impiego di attrezzature e strumenti specializzati
  • Interramento superficiale dei residui colturali: copertura del suolo
  • Avvicendamenti colturali
  • Appropriata gestione dei fertilizzanti
  • Gestione integrata dei parassiti e della flora infestante
  • Integrazione di sistemi colturali erbacei/zootecnia

 

 

 

Vantaggi Ambientali

 

Biodiversità crescente sopra e sotto la superficie del suolo anche a livello della microflora e della microfauna

  • Emissioni ridotte di CO2 nell’atmosfera
  • Isolamento del carbonio negli strati sottosuperficiali del suolo
  • Applicazione ridotta di erbicidi e pesticidi
  • Miglioramento della qualità della falda freatica e superficiale
  • Indice di erosione inferiore
  • Riempimento della falda freatica
  • Riduzione dei danni esterni all’attività agricola attraverso il rischio di erosione e conseguente riduzione dei costi
  • Riduzione dei costi di trattamento dell’acqua