Linking Climate Change mitigation and adaptation with CAP European Parliament, è il titolo del workshop tenutosi a Brussells, in chiusura del 2018, l’anno in cui le voci del mondo della scienza e della società civile, all’unisono, si sono innalzate per l’ambiente e per una policy più sostenibile, più lungimirante per il nostro presente e futuro.
Siamo stati gli inquilini scortesi del nostro pianeta tanto da condurlo alla fase ”warming”, di surriscaldamento con imprevedibili e devastanti fenomeni atmosferici. L’Agricoltura del passato ha basato il suo punto di forza sulla potenza delle trattrici e poco sulla conoscenza dell’ambiente agrario e, dunque, sul rispetto del suolo visto come sistema complesso. Gli effetti antropici dei sistemi intensivi non sostenibili sono infatti presenti nella top 5 dei settori maggiormente inquinanti. Quindi, oggi, prima di stupirci che sarà troppo tardi per digitare il tasto “pause” del telecomando, è opportuno dilatare le tempistiche dei cicli produttivi rendendoli più efficienti, più resilienti ai cambiamenti climatici e, soprattutto, meno emissivi. Questa dunque è la ricetta che consente al carbonio di essere stoccato sotto i nostri piedi, rendendo le acque limpide e sicure, garantendo la salvaguardia della biodiversità.
Il Progetto Life+ Climagri ha visto il contributo di molti Paesi del bacino del Mediterraneo come Italia, Spagna, Grecia, Portogallo, Germania e Danimarca per valutare, in termini di applicazione e su diverse scale aziendali, le performance delle buone pratiche agronomiche rispetto alla gestione del suolo, all’incremento della sostanza organica (sequestro del carbonio) e all’utilizzo razionale delle risorse naturali.
Le aziende che si sono sottoposte volontariamente alle fasi di monitoraggio e di campionamento hanno visto aumentare i livelli di sostanza organica dallo 0,2 al 7%, migliorando le caratteristiche chimico-fisiche dei suoli e le performance produttive. Nel contesto di queste iniziative internazionali è stato dimostrato che la gestione conservativa del suolo secondo i principi dell’Agricoltura Blu, rispetto a quella convenzionale, riduce le perdite dei fertilizzanti del 50% e degli agrofarmaci del 30%, migliora l’infiltrazione della acqua del 30%.
Le innovazioni tecnologiche, la sensoristica, l’agromeccanica ingegnerizzata e le notifiche allert sul tablet o smartphone sono strumenti indispensabili per essere informati tempestivamente e poter intervenire in modo consapevole nella gestione dell’irrigazione, nella fertilizzazione, nella semina e nella gestione dei suoli delle colture annuali e poliannuali. Forse in un futuro non molto lontano, un’innovazione tecnologica assegnerà agli agricoltori meritevoli una carbon-card, un sostegno, premiando le imprese che sapranno salvaguardare il territorio e tutta l’ agroeconomia grazie all’intelligenza artificiale che renderà il lavoro degli agricoltori più professionale e più remunerativo, nel contempo riconoscibile dall’intera collettività.